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NOVEMBRE 2011

Beethoven rockstar. E la versione di Garrett 30 nov

Garrett, il violinsta classico del rock 28 nov

Garrett: violino e inedite contaminazioni musicali 24 nov

LUGLIO 2011

E il violinista sexy Garrett mescola Beethoven con il rock 13 luglio

MAGGIO 2011

Intervista: Il Rock reinventato con il violino 11 maggio I11a

MARZO 2011

Quando gli archi diventano Pop-Rock 30 marzo

GENNAIO 2011

David Garrett: Il mio segreto? un mix di Bono e Bach 14 gennaio I1

OTTOBRE 2010

L'uomo Vogue: Rock Violinista David Garrett ottobre 2010

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Vogue: Rock Violinista David Garrett

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Tre anni fa venne a Milano per la sua tournée italiana insieme all'orchestra de "I Pomeriggi Musicali" con il "Concerto per violino e orchestra op. 77" di Brahms: un ragazzo come tanti, capelli lunghi sciolti, barba incolta, fisico atletico, jeans e sneakers colorate.

Oggi il tedesco David Garrett, classe 1980, sembra essersi trasformato in una specie di rockstar, più self-confident, più maturo, anche dal punto di vista artistico. Ne è prova il suo ultimo Rock symphonies, un progetto da pop chart prodotto dalla Decca, a cui è seguito un Rock Symphonies Tour che sta tuttora raccogliendo applausi in giro per il mondo.

L'exploit nel territorio della "contaminazione" era avvenuto nel 2008 con l'album Encore, impeccabile ma ancora un po' acerbo (nei precedenti lavori, come Virtuoso e Pure classics, l'impronta era decisamente più conservatrice); ora Garrett ha deciso di giocare tutte le sue carte - vincenti - con il nuovo album, un mash-up di Vivaldi in versione U2, più alcuni classici senza tempo come Smells like teen spirit dei Nirvana, Kashmir dei Led Zeppelin e Walk this way degli Aerosmith.

In Encore (che conteneva brani come Smooth criminal di Michael Jackson e Thunderstruck degli AC/DC) già si pregustava un giovane violinista dal "gusto perfetto, padrone del proprio strumento e con un suono sempre omogeneo, non squassante ma lustratissimo", come scriveva la critica. Ma il Garrett trentenne di oggi sfoggia insieme alla padronanza tecnica anche un piglio da protagonista. Più estroverso e forse, proprio per questo, ancor più padrone del proprio suono.

Fonte: Alberto Corrado, L'Uomo Vogue, Ottobre 2010 (n. 414), p. 152-155

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fonte: Il Venerdi di Repubblica, 14 Gennaio 2011

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Quando gli archi diventano Pop-Rock

Dal violinista-Rockstar David Garrett al quartetto Archimia, addio ai classici concerti di musica classica, evitati come la peste dalle nuove generazioni: diamo il benvenuto al Woodstock del violino, della viola e del violoncello.

di Camilla Sernagiotto

Antonio Vivaldi e Niccolò Paganini si staranno rivoltando nella tomba, mentre tutti gli appassionati di Rock a cui non sono mai andati giù i violini, le viole e i violoncelli gridano al miracolo: una nuova moda sta prendendo piede nel panorama musicale, ossia quella di utilizzare strumenti classici per fare del sano e vecchio Rock ‘n’ Roll!

L’ultimo della stravagante lista di violinisti-Rockstar è David Garrett, classe 1980 e… classe da vendere!

Biondino super sexy dallo sguardo maledetto, Garrett è uno dei violinisti più amati dalle teenager: poster su cui campeggia il suo visino attaccati alle camerette rosa di mezzo mondo, un fan club degno di Justin Bieber e sold out registrati ad ogni concerto.

Il segreto? Far uscire dal suo Stradivari non musica classica e arie per violino che le nuove generazioni non apprezzano, ma Grunge, Rock e assoli degni di Slash.

legere l'articolo intero: fonte: mag.sky.it, 30 marzo 2011

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fonte: maggio 2011 city.corriere.it

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E il violinista sexy Garrett mescola Beethoven con il rock

Il violinista David Garrett, tedesco, 30 anni, è prepotentemente bravo, bello & sexy, sa stare in palcoscenico a meraviglia, e ancor prima, al mondo. È nato violinista classico, con studi e premi alla Juilliard School, cioè la Harvard della musica. Ha un passato di bimbo prodigio, a 13 anni entrava nella scuderia della Deutsche Grammophon, l'etichetta discografica di Herbert von Karajan. Oggi fa 140 concerti come violinista classico, gli altri ottanta sono negli stadi dove imbraccia lo Stradivari per suonare Beethoven in versione rock o Mozart mixato con Michael Jackson. Ci pensa Garrett in persona a fare i cocktail dai quali ha ricavato un cd Decca, Rock Symphonies è il titolo, sbarcato in Italia dopo il milione di copie vendute in Germania e Austria (qui è già disco platino). Quanto all'Italia, si progettano concerti per il prossimo autunno. Poi chissà. Con questo suo violinismo indiavolato, look da ragazzaccio e fare da showman consumato, pare aver conquistato il direttore artistico del festival di San Remo, Gianmarco Mazzi. Del resto, Mazzi ha provato sul campo il prode David, inserendolo nella serata condotta dalla Clerici all'Arena di Verona, in giugno, in apertura del festival lirico. E Garrett è riuscito a mettere in ombra pure una gloria come Zucchero. Lo ha fatto proponendo - tra l'altro - la Quinta Sinfonia di Beethoven, quella del ta-ta-ta-tàa iniziale, in versione rock. Strano artista, Garrett, più pragmatico di un ingegnere Gli chiediamo di riandare alla fanciullezza e alla montagna di ore trascorse a macinare note mentre i coetanei giocavano a football. E ti risponde: «I ricordi non servono, distolgono l'attenzione dal presente». Un presente speso a «dare visibilità alla musica classica che è accessibile proprio come il pop e rock se solo venisse comunicata meglio», spiega animandosi. «Purtroppo troppi credono nell'equazione popolare = commerciale e vorrebbero una musica classica elitaria. Sbagliato. Così come trovo assurdo che nel Duemila ci si presenti in palcoscenico vestiti come un secolo fa. Beethoven mica si vestiva nello stile di Bach. Perch´ mai il mio Mozart dovrebbe essere sminuito se lo suono indossando jeans stracciati e ciondoli al collo?». Fa l'osservazione a un metro dal suo Stradivari, aggiungendo che di fatto tutti questi suoi pendagli gli complicano la vita agli scanner degli aeroporti. A proposito. Dove vive ora? «Sono un senza tetto. Vivo negli hotel». Garrett ha fuso Mozart con Jackson. Che hanno in comune i due artisti? «I grandi artisti prescindono dai generi. Il caso di Freddie Mercury o Jackson: pensiamo alla sua musica, ai suoi show, nulla era affidato al caso». Non che Garrett difetti quanto a senso dello spettacolo, in realtà. C'è chi gli dà delle dritte? «No. Seguo la musica e mi muovo. Certo, se suono un concerto di Beethoven ho bisogno di una tale concentrazione e posizione impeccabile e dunque sto fermo».

fonte: Piera Anna Franini, 13 luglio 2011, ilgiornale.it:

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GARRETT: VIOLINO E INEDITE

CONTAMINAZIONI MUSICALI

di Massimiliano Leva

MILANO - Espressione dell’epoca globale è anche l’arte in ogni sua forma. Tra cui la musica, disciplina che più di altre attività artistiche vive per osmosi, assorbendo e centrifugando stili e generi diversi. Così accade che un violinista extracolto si cimenti tra i Nirvana e Paganini. Capriccioso accostamento tra sacro e profano. Ma funzionale al risultato. L’ardito sperimentatore si chiama David Garrett, nome d’arte di David Bongartz, violinista classico tedesco, trent’enne di Acquisgrana, capelli biondi sulle spalle sullo stile di Kurt Cobain, camicia slacciata come un rocker, ma con uno Stradivari, anziché una chitarra, tra le mani (Madonna ha detto di lui che è «Il Brad Pitt del classic rock»). Erede di illustri violinisti sperimentatori come Jean-Luc Pont, collaboratore di Frank Zappa e Elton John, Garrett arriva sabato allo Smeraldo, con accostamenti tra Vivaldi e i Led Zeppelin: repertorio che ha cominciato a esplorare dal 2007, con una versione metal sinfonica di «Nothing else matters» dei Metallica, dividendo conservatori e progressisti. Lui però, che ha addirittura intitolato l’ultimo disco «Rock symphonies», non si scompone: «Mi ritengo un musicista in generale. Ho sempre ascoltato tutti i tipi di musica. Quindi poter anche suonare quello che mi piace è un’ occasione meravigliosa, imperdibile: ho sempre suonato prima per me, poi per gli altri». Annosa questione quella che ritiene studiosi solo i professionisti classici e improvvisati coloro che si muovono sul versante rock. «Ammetto che per suonare bene anche la musica pop sia meglio avere una solida preparazione classica: ogni genere richiede talento e tecnica». Quanto alle critiche, pensa che «siano una gran cosa: se te le fanno è perché hai successo. In realtà credo sia solo la paura di ascoltare la musica classica in una veste imprevista».

fonte:leggo.it , 24 Novembre 2011

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fonte: Giulio Brusati, 28 novembre 2011, l'arena.it

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fonte: l'arena.it, 30 novembre 2011

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